Ora se ne stanno accorgendo un po’ tutti (governo incluso): l’economia italiana rallenta e l’1,5% di crescita del PIL non è un obiettivo verosimile per il 2018.
Il sistema dei trasporti restituisce fedelmente (clicca qui) la dimensione quantitativa delle difficoltà variamente sperimentate da consumatori e imprese: rallenta il tendenziale dei passeggeri (I semestre 1,8% contro 4,5% del I semestre 2017) e quello delle merci (I semestre 2,5% contro 3,3% del I semestre 2017).
La dinamica del traffico passeggeri autostradale rallenta piuttosto bruscamente: +0,6% il dato osservato nel primo quarto dell’anno in corso. La previsione per il secondo trimestre 2018 è di una riduzione tendenziale di 7 decimi di punto. Rallenta anche il trasporto merci in autostrada.
Sembrerebbe proseguire la diversione modale a favore del ferro. Il rallentamento tendenziale si osserva sia per i passeggeri sia per le merci, ma i tassi di variazione permangono elevati (oltre il 3% trimestrale per i passeggeri e attorno al 6-7% per le merci).
I traffici merci su nave e aereo subiscono una frenata.
Pertanto, il traffico merci su strada, che ha una quota modale ponderata a valore del 60%, rimane di fondamentale importanza. La suggestione dello squilibrio modale deve essere composta alla luce del fatto che l’assetto attuale è frutto di scelte razionali e ragionevoli di milioni di operatori – imprese di produzione, distribuzione, trasporti e logistica – assunte consapevolmente ogni giorno.
Anche le percezioni concordano con le performance: dalla seconda parte del 2016 le attese sono stazionarie (in questo anticipano i risultati reali). Il lieve peggioramento avvertito nell’ultima rilevazione non è statisticamente significativo. Rimane la costante evidenza che essere imprenditori vuole dire guardare più al futuro che al passato (si è sempre meno pessimisti sul futuro rispetto all’auto-valutazione del passato).
Nel complesso, però, la quota dei pessimisti supera la quota degli ottimisti di oltre 30 punti percentuali assoluti.
Tra difficoltà economico-finanziarie e recuperi di efficienza, per esempio sulla crescente taglia media delle imprese di autotrasporto, a fronte della riduzione complessiva del numero di aziende aumenta la quota di quelle organizzate in forme più evolute (società di capitali).
L’ennesimo riscontro empirico che non è vero che in Italia non succede niente.
04 luglio 2018