Mentre scriviamo è ancora in corso la Conferenza di Berlino sulla Libia. Intorno al Tavolo Paesi della Ue e extra Ue nel tentativo di imporre la pace che sarebbe un tocca sana per le popolazioni libiche e per tutto il Mediterraneo.
Si è intravista una reale schiarita nel commercio internazionale con la tregua nella guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina: per ora non ce ne saranno di nuovi ma quelli esistenti restano comunque in piedi. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la firma sulla "Fase uno" dell'accordo commerciale tra i due contendenti è "importante", ma c'è "molto lavoro" da fare. Così si è espressa, infatti, la direttrice generale del Fondo, Kristalina Georgieva, durante un discorso pronunciato al Peterson Institute for International Economics, aggiungendo che "il commercio ha bisogno di un salto di qualità", indicando nell'incertezza "sulle tensioni geopolitiche" il tema dell'inizio del decennio.
Anche la Banca d’Italia, nel primo Bollettino economico del 2020 parla dei rischi per l’economia globale: il commercio mondiale ha ripreso a espandersi e vi sono stati segnali di attenuazione delle dispute tariffarie fra Stati Uniti e Cina, ma le prospettive restano incerte e sono in aumento le tensioni geopolitiche.
Per quanto riguarda il nostro Paese la Banca d’Italia scrive che le ultime informazioni disponibili suggeriscono che in Italia l'attività economica, lievemente cresciuta nel terzo trimestre dello scorso anno, sarebbe rimasta pressoché stazionaria nel quarto, continuando a risentire soprattutto della debolezza del settore manifatturiero. Un giudizio, questo, condiviso da grandi associazioni di categoria come Confcommercio e Confindustria, che questa settimana, nei loro report economici, parlano entrambe di “stagnazione”.
In Europa, scrive Eurostat, nel terzo trimestre del 2019, il tasso di investimento delle imprese è diminuito di quasi due punti rispetto al trimestre precedente. La quota degli utili delle imprese è rimasta stabile.
E secondo quanto riportato nel Rapporto ABI di gennaio i prestiti alle imprese italiane sono in caduta libera, segnando un meno 1,9% che è il peggior dato dal maggio del 2015.
È interessante, leggendo i dati A.C.E.A. sul comparto auto in Europa, come questo segni dei progressi anche notevoli che sono da attribuire a specifici cambiamenti del mercato stesso. La crescita delle immatricolazioni è stata infatti favorita da alcune novità di rilievo. Un'impennata delle vendite c'è stata in Francia e in Svezia perché i due paesi hanno annunciato per il 2020 cambiamenti di rilievo al meccanismo bonus-malus per la tassazione sulla CO2, mentre i Paesi Bassi hanno deciso di aumentare da gennaio 2020 le tasse sulle auto elettriche aziendali dal 4% all'8%.