

Silvio Faggi, già vice presidente dell’Albo e segretario generale della Fiap, ci ha lasciati. Un vuoto certamente per la Sua famiglia e per i suoi amici, persino a quelli che magari lo contrastavano. Con Silvio si poteva concordare, oppure no, ma certamente non disistimarlo. E’ stato un grande conoscitore, esperto del mondo dell’autotrasporto, secondo solo ad un altro grande leader del settore: ”Giacomo Sarzina”.
Dopo l’esperienza in una confederazione dell’artigianato era approdato alla Fiap di Lucchi e Sem Dani e da Cesena prima, poi a livello nazionale, l’aveva organizzata e trasmesso nella tutela della categoria, il Suo sapere. Certo sosteneva le Sue idee e posizioni con calore tipico di tanti romagnoli e dei leaders. Ha lavorato molto per l’unità della categoria. non a caso è stato tra i promotori di Unatras. Ricordo ancora visivamente il debutto della rappresentanza unitaria a Cesena, avvenuta al palazzetto dello Sport alla presenza di quasi cinquemila trasportatori e del ministro dei trasporti dell’epoca, Gian Carlo Tesini. Insomma Silvio Faggi è stato uno dei protagonisti indiscussi del nostro mondo.
Con Lui e la Fai vi era un rapporto stretto. In diverse occasioni abbiamo condotto battaglie comuni anche quando si trattava di ricercare soluzioni che toccavano la Sua organizzazione. La Fai, pur con il rispetto dovuto ai presidenti di allora, Lucchi e Mannino, si è sempre adoperata per sostenere le posizioni di Silvio Faggi. Così come quando all’interno dell’Unatras si dovette decidere per designare chi dovesse rappresentare la categoria all’interno del Comitato Centrale dell’Albo, fu sempre la nostra delegazione a lanciare la Sua candidatura, poi condivisa da tutti. I motivi erano semplici: competenza, conoscenza, capacità sindacale ma anche senso politico sono requisiti indispensabili che erano caratteristiche presenti in Lui, più che in ogni altro. Non faceva prevalere convinzioni di altra natura. Il Suo riferimento era l’interesse della categoria. Non sempre siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi fissati ma non si mollava mai e se riusciremo ci proveremo ancora.
Certamente vi sono stati anche nella conduzione delle attività sindacali visioni diverse, legittime, sempre presenti soprattutto in una rappresentanza di interessi complessi quale è l’autotrasporto. Alla fine l’intesa si trovava sempre. In Lui non ho mai registrato “furbate”, a differenza di qualche altro. Quando si decideva una posizione comune, anche se poi non si riusciva a raggiungere lo scopo prefissato, tra noi si cercava sempre di far prevalere il senso di amicizia, che sono riferimenti strettamente personali che altri non possono conoscere.
Shakespare nell’orazione funebre su Cesare sostiene: “ il bene sovente, rimane sepolto con le sue ossa”. Silvio ritengo che del bene alle imprese dell’autotrasporto ne abbia fatto molto. Ora ci guarda dal cielo e sono convinto che, anche di fronte a momenti non semplici che ci troviamo ad affrontare, se sapremo seguire tanti dei suggerimenti che sapeva darci, continueremo ad onorare la Sua memoria. In momenti simili ritengo poco consono evidenziare alcuni contrasti con le altre federazioni che potevano essere insorti nei rapporti esistenti nel mondo associativo. Lui aveva nel suo operare ben presente il valore dell’unità che deve sempre prevalere, nel superiore interesse di chi si rappresenta. Le divisioni indeboliscono a finiscono per fare solo l’interesse di qualcuno. Silvio questo Io sapeva bene. Io l’ho conosciuto così. L’ho apprezzato, stimato ed eravamo amici. Nessuno, tranne noi, può pronunciarsi su questo. Sarebbe una offesa alla Sua memoria ed alla Sua storia!
CIAO AMICO SILVIO. BUON VIAGGIO!
Paolo Uggè
11 dicembre 2021