

Conftrasporto: “con lo stop alla compensazione dei crediti si rischia la paralisi per le imprese”
“La conferma di proseguire su una strada di messa in sicurezza dei conti pubblici è certamente apprezzabile, anche in considerazione del contesto internazionale incerto, ma nonostante questa visione condivisibile ci sono una serie di interventi su cui si può chiedere un approfondimento per garantire maggiore competitività alle imprese”. Così Renato Imbruglia, segretario generale di Conftrasporto, in audizione il 3 novembre scorso al Senato sulla manovra. Tra i punti da rivedere, ha sottolineato, “l’introduzione del divieto di compensazione dei crediti d’imposta ai fini delle posizioni contributive e previdenziali è una misura particolarmente critica per l’autotrasporto merci”. Infatti “le imprese utilizzano gli importi generati dal rimborso parziale delle accise per compensare i contributi Inps e Inail e il divieto che si intende imporre rischia di paralizzare l’operatività delle imprese”, ha avvertito Imbruglia.
Conftrasporto poi chiesto di estendere i benefici del rinnovo del contratto di settore “anche a tale annualità”. Per quanto riguarda il riallineamento delle aliquote accise gasolio e benzina, “la scelta di anticipare tale allineamento, che sarebbe dovuto essere graduale su 4 anni, genera, secondo la relazione tecnica, un extragettito per la fiscalità pubblica di oltre 550 milioni di euro, considerando che la maggior parte delle flotte aziendali sono alimentate a gasolio, si chiede di poter destinare una parte di queste risorse per un fondo di rinnovo del parco veicolare o di sostegno alle imprese, soprattutto con riferimento ad una categoria come quella dei bus turistici che non godono di benefici in relazione al costo del carburante”, ha spiegato il rappresentante di Conftrasporto. Altro tema da approfondire è quello del “ferrobonus, uno strumento fondamentale per l’intermodalità strada-ferro”, ha concluso Imbruglia.