Fit-for-55, Tajani (Fi): modificare con urgenza il compromesso su riforma Ets e Cbam, la transizione tuteli imprese e posti di lavoro. Forza Italia chiama tutti alla responsabilità: no alla deriva ideologica del Green deal
Bruxelles – «Il compromesso tra Ppe, socialisti e Renew sul pacchetto Fit-for-55 che sarà votato la prossima settimana in plenaria presenta criticità gravi ed evidenti per le nostre imprese, e la delegazione di Forza Italia chiede di modificarne con urgenza il contenuto. Occorre partire dal testo approvato durante la scorsa plenaria a Strasburgo, dove la maggioranza aveva già trovato un accordo costruttivo sulla riforma Ets, il nuovo Cbam (Meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera) e il Climate fund. Il testo ricalcava l’impostazione della Commissione Industria (Itre) ed era in grado di coniugare transizione ecologica e sostenibilità industriale. Purtroppo, a causa dell’improvviso dietro front ideologico della sinistra e dei pregiudizi dei gruppi di opposizione, il testo era stato bloccato e rinviato in Commissione Ambiente. Il movimento azzurro chiama ora tutte le forze politiche alla responsabilità, superando preconcetti e ostacoli ideologici: la nostra manifattura è tra le più green del mondo, fa scuola per capacità di innovare in sostenibilità ambientale. Non possiamo consegnare il Green Deal alla deriva iper ambientalista destinata a distruggere imprese e posti di lavoro».
È quanto dichiara Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia e capo della delegazione azzurra al Pe, in una nota sottoscritta da tutti gli eurodeputati Fi.
«Chiediamo ai negoziatori di modificare l’accordo preliminare e a tutte le forze politiche proponiamo di sedersi al tavolo senza pregiudizi, guardando alla sostanza degli emendamenti. In particolare, sul Cbam (Meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera) il compromesso è insoddisfacente per la mancata tutela delle esportazioni Ue (export rebate) e il rischio di esclusione dalle quote gratuite di CO2 (pensate come sistema correttivo a sostegno del nostro export) della maggior parte delle imprese europee che esportano prodotti verso Paesi terzi privi dei requisiti ambientali stringenti in vigore nell’Ue. Sulla riforma Ets, è troppo rapida la tempistica di eliminazione delle quote gratuite di CO2, che proponiamo di tenere fino al 2034, prevedendo dal 2028 al 2030 una riduzione del 10% l’anno per poi salire ad un phasing-out con taglio annuale del 17,5% tra 2030 e 2034. Infine ribadiamo il no all’estensione del sistema Ets al trasporto su gomma e agli edifici, chiedendo di introdurre nell’accordo gli emendamenti della Commissione Trasporti (TRAN) a sostegno delle imprese dei trasporti. Ringrazio Massimiliano Salini per il lavoro svolto.»